CHADE-MENG TAN,
ingegnere di Google, ideatore e responsabile del programma Search Inside
Yourself, il programma di benessere organizzativo di Google basato sulla
Mindfulness, autore del libro Search Inside Yourself. The Unexpected Path to
Achieving Success, Happiness (and World Peace), 2012, tradotto in italiano
nel 2013 da Corbaccio.
“Il mio cervello da
ingegnere mi ha aiutato a tradurre gli insegnamenti delle tradizioni
contemplative in un linguaggio che le persone pragmatiche come me possono
elaborare”
Meng, nel capitolo
“Vantaggi dell’intelligenza emotiva” illustra i motivi per cui un azienda
dovrebbe interessarsi all’intelligenza emotiva - competenza potenziata dalla
Mindfulness - e identifica 3 principali benefici:
1.
Miglioramento
delle performance professionali
2.
Aumento
delle abilità di leadership
3.
Creazione
delle condizioni per la felicità
Vengono citati
alcuni studi scientifici a supporto di queste affermazioni:
1.
MIGLIORAMENTO
DELLE PERFORMANCE PROFESSIONALI
Daniel Goleman, “Social Intelligence: the new science of human
relationship” (Authors@Google, Mountain View, CA, 3 agosto
2007), http://siybook/v/gtalk_dgoleman.
Lo studio ha
elencato, in ordine di importanza, le sei competenze che distinguono i dipendenti
con performance migliori nel settore tecnico.
“Ingegneri come me dai quali ci si
aspetterebbe delle performance basate sulle sole capacità intellettuali”
a)
Forte spinta al raggiungimento
del successo e alto standard di impegno lavorativo
b)
Capacità di influenzare
c)
Pensiero concettuale
d)
Capacità analitica
e)
Capacità di accogliere le sfide
f)
Fiducia in se stessi
Lo stupore di
Meng è che 4 competenze su 6 siano di tipo emotivo (a; b; e; f) e solo 2 (c; d)
puramente cognitive. L’intelligenza emotiva è dunque correlata al successo non
solo nelle professioni commerciali o che prevedono un contatto diretto con i
clienti - come è già di per sé intuibile - ma anche a ruoli tecnici e
specialistici. E conclude:
“Avere una notevole intelligenza emotiva può
aiutare chiunque ad eccellere sul lavoro, anche gli ingegneri”
2.
AUMENTO
DELLE ABILITÀ DI LEADERSHIP
Daniel Goleman, “Lavorare con
intelligenza emotiva”,
capitolo 8 “Le arti dell’influenza” e
Appendice 2 “Calcolare le competenze di
chi eccelle”
Lo studio
evidenzia che la competenza emotiva rappresenta dall’80 al 100% dei fattori
essenziali per il successo, in quei leader considerati “straordinariamente
capaci”. La tradizionale variabile di riferimento cognitiva, ovvero il QI
(Quoziente d’Intelligenza), incide al massimo per il 20%.
Wallace Bachman, “Nice Guys Finish First: a SYMLOG analysis of U.S.
Naval Commands, 1988
La ricerca
evidenzia che alla maggior parte dei comandanti della Marina Militare Americana
considerati carismatici sono riconosciute caratteristiche, correlate
all’intelligenza emotiva, quali: positività, estroversione emotiva, cordialità,
socievolezza, cooperazione, tendenza a sorridere di frequente, umorismo,
comprensione, gentilezza e affidabilità. Conclude Meng:
“Quando
penso ai comandanti militari mi raffiguro personaggi duri come roccia che
abbaiano ordini e si aspettano di essere obbediti, mi affascina l’idea che
anche nell’ambiente militare la qualità che contraddistingue i migliori
comandanti sia l’intelligenza emotiva”
3.
CREAZIONE
DELLE CONDIZIONI PER LA FELICITÀ
Richard Davidson e William Irwin, “The Funcional Neuroanatomy of Emotion
and Affective Style”, Trends in Cognitive Sciences 3, n.1 (1999)
La
metodologia per appurare il grado di felicità di una persona, ci ricorda Meng, consiste
nel misurare l’attività cerebrale di una specifica area della corteccia
prefrontale sinistra in rapporto alla corteccia prefrontale destra. Più è marcata
l’inclinazione verso sinistra maggiori sono le emozioni positive percepite dalla
persona, come per es. la gioia, l’energia positiva, l’entusiasmo. Matthieu
Ricard, studioso francese con dottorato in genetica molecolare e pluriennale
esperienza di meditazione come monaco tibetano, è considerato “l’uomo più
felice della terra”. Quando il Dalai Lama decise di sottoporre a studi
scientifici la meditazione, invitò i monaci buddisti tibetani a partecipare
agli studi occidentali. Ricard rappresentava un soggetto ideale di quegli studi
essendo uno scienziato occidentale e contemporaneamente un monaco buddista. Quando
venne scannerizzato il suo cervello, la misurazione del livello di felicità
schizzò fuori da tutti i parametri, evidenziando che si trattava della persona
più felice fino ad allora analizzata dalla scienza. Ricard nel suo libro Happiness: A Guide to Developng Life’s Most
Important Skill (2003) - descrive la felicità come “un profondo equilibrio
emotivo derivante dall’accurata comprensione di come funziona la mente”. Le
abilità che aiutano a coltivare l’intelligenza emotiva – e in particolare
l’attenzione e la focalizzazione sul corpo allenate dalla meditazione – contribuiscono
dunque a creare un senso di benessere profondo.
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